Ieri il quotidiano napoletano “Il Mattino” ha dedicato un interessante reportage (basato sui sondaggi di IPR Marketing) sull’opinione degli italiani sul matrimonio gay e sulle unioni civili, che ci racconta ancora una volta una situazione molto differente da quella che viene spacciata da e sui media. La maggioranza degli italiani dimostra di avere le idee chiare su questioni così cruciali per gli assetti della società, e dunque del bene comune. Ragioniamo sui punti più interessanti:

11667903_10207241025167852_1513802702_nPrimo: gli italiani sono nettamente contrari al matrimonio gay, cioè all’abolizione del requisito della diversità sessuale nel matrimonio (solo 38% i favorevoli, diminuiti negli ultimi anni). E’ ben salda la consapevolezza che la diversità sessuale è la ragion d’essere di quest’istituto antropologico, laico e giuridico, fondato sulla potenziale capacità procreativa della madre e del padre e non solo sul sentimento affettivo, che ovviamente nella storia personale della coppia è fondamentale (ma non rileva ai fini dell’interesse pubblico, come invece importa – e molto – la nascita di figli);

Secondo: Gli italiani sono favorevoli al riconoscimento di diritti della persona legati alla sua convivenza con altri. Il 74% lo sono rispetto a coppie eterosessuali, il 46% rispetto a coppie omosessuali.

11650728_10207241025127851_1248867457_nTerzo: quanto ai diritti dei componenti un’unione tra persone dello stesso sesso, gli italiani sono largamente favorevoli alla possibilità di assistenza sanitaria del partner durante le vicende cliniche (possibilità per altro già attuale). Una stretta maggioranza è a favore del riconoscimento automatico del convivente come erede pro-quota insieme agli altri familiari. Gli italiani sono invece decisamente contrari (32%) sia alla pensione di reversibilità che al mantenimento economico in caso di interruzione della convivenza – due elementi caratterizzanti della disciplina matrimoniale, dunque del tutto coerente con il giudizio contrario al matrimonio gay (a riprova che non si tratta di una questione formale di “etichette” ma di sostanza giuridica ed economica). L’85% degli italiani crede che i bambini che hanno perso una mamma e un papà meritino una mamma e un papà, e non i surrogati “genitore 1 e 2” confezionati dall’ideologia Gender.

Che cosa deriva da questi tre punti? Un giudizio molto semplice, per chi è in grado di intendere: gli italiani sono del tutto contrari al ddl Cirinnà sulle unioni civili attualmente in discussione in Commissione Giustizia al Senato.

11656181_10207241025087850_1785627946_oQuesto disegno di legge (ddl) infatti, oltre che essere destinato solo a coppie omosessuali (e già i favorevoli scendono sotto il 50%) prevede pensione di reversibilità, mantenimento in caso di separazione e adozione (“interna“, cioè solo se il bambino adottato da uno dei due partners è già figlio dell’altro: in pratica si tratta del riconoscimento legale dell’utero in affitto e dell’eterologa per coppie lesbiche, dal momento che se si trattasse del figlio di una precedente relazione eterosessuale quel bambino non avrebbe bisogno di essere adottato, perché avrebbe già sia una mamma che un papà). Il ddl Cirinnà è una fotocopia sbiadita del matrimonio, che per espressa confessione dei suoi sostenitori non si chiama proprio matrimonio per non urtare la suscettibilità degli italiani. Tanto – è il ragionamento – ci penseranno i Tribunali a fare il passo che manca per la totale equiparazione. Anche questo sondaggio dimostra, a chi crede il contrario, che gli italiani non si lasciano affatto ingannare. Lo stesso autore dell’inchiesta per “Il Mattino”, infatti, arriva a queste conclusioni (vedi immagine a fianco).

Insomma, gli italiani sono contrari all’estensione sostanziale della disciplina matrimoniale a coppie dello stesso sesso, e non ne fanno una mera questione di “nomi” o “etichette”. Sì ai diritti, no all’ideologia e no al ddl Cirinnà.

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