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Dopo l’approvazione della proposta di legge Scalfarotto su omofobia e transfobia i paladini omosessualisti prendono respiro prima di ritornare alla carica mediatica per legiferare in tema di matrimonio tra persone dello stesso sesso e adozioni. Se dovesse passare in Senato, questa legge bavaglio che proibisce il dissenso civile sul tema e il sostegno univoco alla famiglia naturale sarà il preludio per l’approvazione dei matrimoni omosessuali. La Francia è l’ultima vittima di questa battaglia liberticida.
Riproponiamo una sintesi di risposte alle domande più discusse sull’argomento offerte dal Gran Rabbino di Francia Gilles Bernheim e tratte da un libello intitolato “Il matrimonio gay, i genitori gay e l’adozione: quello che spesso dimentichiamo di dire”. Documento quest’ultimo che insieme ad altri svarioni sono costati l’accusa di plagio (si ritrovano infatti passi di don Joseph-Marie Verlinde e un’intervista a Beatrice Bourges, presidente del Collettivo per l’Infanzia non citati) e le conseguenti dimissioni di Bernheim. Plagio o no a noi interessa lo sguardo lucido e autorevole che si inserisce in una più ampia critica dell’assurdità delle proposte avanzate in tema e conferma l’esistenza di un’unica, universale e imprescindibile visione antropologica. Una visione che ribadisce la natura relazionale e filiale della persona e ne promuove l’integrità.

Da “documentazione.info”

1) ESTENDERE IL MATRIMONIO AGLI OMOSESSUALI, CHE FASTIDIO PUO’ MAI COMPORTARE AGLI ETERO?

Rabbino di Francia
In una visione largamente condivisa da persone credenti o non credenti, il matrimonio non è il riconoscimento di un amore; è una istituzione che sancisce l’alleanza di un uomo e di una donna per consentire la continuità delle generazioni. E’ l’istituzione di una famiglia, cioè di una cellula che crea una relazione di filiazione diretta fra i suoi membri all’interno di una comunità costituita da discendenti e ascendenti. E’ fondamentale per la costruzione e la stabilità degli individui e della società.

2) IL MATRIMONIO FRA OMOSESSUALI RISOLVE IL PROBLEMA DELLE DISCRIMINAZIONI A CUI SONO SOGGETTI ANCORA OGGI

Rabbino di Francia
La tesi che il matrimonio è per tutti coloro che si amano non è sostenibile. Il fatto che due persone si amino non implica affatto che si debbano sposare, siano essi omosessuali o etero.
Un uomo non può sposare una donna già sposata, nè una donna può sposare due mariti.
La sincerità dell’amore non è messa in causa. Il matrimonio è qualcosa di molto più completo dell’amore fra due persone. Da questo punto di vista il matrimonio per tutti è solo uno slogan perché l’eventuale autorizzazione al matrimonio fra omosessuali non eliminerebbe diseguaglianze e discriminazioni nei confronti di altri che si amano.

3) LE COPPIE OMOSESSUALI SONO IN GRADO DI AMARE ALTRETTANTO BENE CHE LE COPPIE ETEROSESSUALI?

Rabbino di Francia
Non c’è alcun dubbio che persone omosessuali sono capaci di amare ed educare i bambini allo stesso modo degli eterosessuali ma il ruolo dei genitori non consiste unicamente nell’amore che possono dare ai loro figli, né nella educazione che possono fornire: il legame filiale è un vettore psichico che è fondante per il senso di identità del ragazzo.
Tutto l’affetto di questo mondo non è sufficiente a produrre le condizioni psichiche che rispondono al bisogno del ragazzo di sapere da dove proviene. Il padre e la madre indicano al figli la sua genealogia, che gli è necessaria per posizionarsi nella catena delle generazioni e rapportarsi al resto del mondo.

4) PERCHE’ DISCRIMINARE LE COPPIE OMOSESSUALI RIGUARDO L’ADOZIONE?

Rabbino di Francia
Non c’è un diritto ad avere un bambino, né per le coppie omosessuali né per quelle etero.
Il bambino non è un oggetto di diritto ma soggetto di diritto.
Il bambino adottato ha bisogno, più di chiunque altro, di un padre e di una madre. L’abbandono è visto come una ferita profonda e l’orfano aspira a ritrovare ciò che ha perduto.
L’adozione da parte di una coppia omosessuale rischia di accrescere il trauma del bambino perché la catena della filiazione risulterà essere stata doppiamente interrotta: nella realtà dei fatti per l’abbandono subito e nell’artificiosità parentale costruita sull’omosessualità dei suoi genitori adottivi.

5) LA PROCREAZIONE ASSISTITA CONSENTE ORA FORME DI OMOGENITORIALITA’ (HOMOPARENTALITE’) PRIMA IMPOSSIBILI

Rabbino di Francia
Le nuove forme di omogenitorialità consentite dalle varie forme di procreazione assistita (donazione di ovociti, di sperma, utero in affitto) aprono prospettive complesse e nuove forme di rivendicazione: queste vanno trattate nell’ambito più generale della Bioetica salvaguardando soprattutto i diritti del bambino e non debbono essere prese in ostaggio da rivendicazioni orientate ad annullare la differenza fra sessi.

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